Storia

San Tammaro

Il comune di San Tammaro si sviluppa su circa 36 Km nella zona del basso Volturno, denominata "Terra di Lavoro", che da Capua conduce ad Aversa e poi a Napoli: dista 4 km da Capua e 24 km da Napoli. Il comune comprende anche la frazione di Carditello (Real Tenuta).

Le prime notizie sulla esistenza di poche case rurali abitate da poveri contadini risalgono all'anno 440 dell'era volgare.

Tuttavia è lecito immaginare che prima di quest'epoca erano presenti alcune cascine di un feudatario a brevissima distanza dall'antica Capua, successivamente distrutte da mercenari.

La successiva ricostruzione delle case rurali fu eseguita dopo l'invasione dei Goti e precisamente in principio dell'era volgare.

Questa zona, resa fertile da un alto livelo dell'acqua, favorì l'insediamento urbano.

Fu cristianizzato dalla venuta del Santo Vescovo Tammaro, che approdato miracolosamente sulle coste campane sì stabilì in queste zone dove compì vari miracoli.

Tra il 1000 e il 1130, fu distrutto Svignano, piccolo borgo a pochi metri da San Tammaro ad opera dei Normanni. I pochi Savignanesi sfuggiti al massacro furono accolti dalla comunità tammarese.

Della vecchia Svignano, rimasero soltanto i ruderi di un tempio, oggi disperso. Del territorio tammarese fu parte integrante anche la Real Casina (così era chiamata da tutti), luogo di caccia del re di Borbone.

Tra i personaggi illustri a cui San Tammaro ha dato i natali ricordiamo l'Avv. Domenico Capitelli, primo presidente del Parlamento Napoletano nel 1848.

San Tammaro ha avuto diverse Amministrazioni che si sono impegnate tutte per migliorare le condizioni sociali dei cittadini.

Il paese conta circa 5.000 abitanti, ed è in pieno sviluppo industriale e in fase di riordino urbano.